Living Planet Report 2022:  gli animali selvatici sono diminuiti  del 69%

Living Planet Report 2022: gli animali selvatici sono diminuiti del 69%

I cambiamenti climatici stanno condizionando, non solo la vita delle popolazioni sulla terra, ma hanno ripercussioni anche su alcune specie di animali selvatici.

Basti pensare che le specie di pesci d'acqua dolce hanno registrato un declino pari a -83% dal 1970, mentre la fauna selvatica di Caraibi e America Latina ha registrato un calo del 94%. Il WWF ogni anno monitora quasi 32mila popolazioni di 5.230 specie di animali, attraverso il Living Planet Report. Nel 2022, il WWF, in occasione del Report ha lanciato un appello per la Cop15, che si terrà a Montreal dal 7 al 19 dicembre 2022, affinché dalla conferenza esca un ambizioso accordo in grado di invertire la perdita di biodiversità.

Il direttore del Wwf, Marco Lambertini ha affermato che - Il Wwf è estremamente preoccupato da questi nuovi dati che mostrano un calo devastante delle popolazioni di fauna selvatica, in particolare nelle regioni tropicali che ospitano alcune delle aree più ricche di biodiversità al mondo

Living Planet report 2022, cosa ha rilevato?

Il Report pubblicato dal Wwf e dalla Zoological Society of London, fa emergere un pianeta molto fragile da molti punti di vista, dove le emergenze da affrontare sono diverse: cambiamento climatico e perdita della biodiversità. Il dato più importante contenuto nel Living Planet report è che in 50 anni gli animali selvatici hanno subito un calo del 69% totale. Ciò significa che intere popolazioni di mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci, sono state quasi del tutto annientate, in tutto il mondo, e questo è un dato terrificante. La COP15 può essere l’occasione per siglare un nuovo accordo, sul modello dell’accordo di Parigi, nel quale puntare alla conservazione della biodiversità, con l’obiettivo di fermare l’estinzione delle specie animali e la distruzione degli ecosistemi.

Cosa fare per non perdere la biodiversità?

Per proteggere la natura e ridurre l’impatto sulle biodiversità è necessario puntare su una produzione del cibo sostenibile, su una decarbonizzazione di tutti i settori industriali, e infine, sulla diminuzione dell’inquinamento atmosferico, attraverso sistemi fotovoltaici e auto elettriche. L’IPBES, il Consiglio mondiale della biodiversità sostiene che nei prossimi anni il riscaldamento globale sarà la causa principale di estinzione di molte specie di animali selvatici. In controtendenza, la crescita di aquile di mare e tigri, dimostra che la tendenza può essere invertita, e che c’è ancora margine e tempo per agire.

Thomas Vellacott, CEO Wwf Svizzera sostiene che - «Con più aree protette, un cambiamento nella gestione del territorio e un consumo più sostenibile, possiamo arrestare la perdita di biodiversità. Per questo, in seno alla Conferenza mondiale sulla natura la Svizzera deve adoperarsi a favore di un accordo che riduca in modo massiccio l'impronta ecologica delle nostre società, tuteli i nostri ecosistemi e garantisca sempre e comunque la partecipazione e i diritti delle comunità locali e delle popolazioni indigene».

Quali sono gli animali più a rischio di estinzione?

  • Gorilla di pianura occidentale: calo della popolazione del 69% tra il 2005 e il 2019 nel Parco Nazionale Nki in Camerun;
  • Delfino delle Amazzoni: perdita del 67% tra il 1994 e il 2016 in Brasile;
  • Le popolazioni di leone marino australiano sono diminuite del 64% tra il 1977 e il 2019;
  • Allodola: calo della popolazione del 56% tra il 1980 e  il 2019 in Europa;
  •  Riccio (CH): Negli ultimi 25 anni, la popolazione di ricci in Svizzera è diminuita drasticamente: nella città di Zurigo, ad esempio, è passata da 1500 a 900 ricci, con un calo del 40%;
  • Lepre europea (CH): Dal 1990 al 2019, la densità di lepri in Svizzera è diminuita da ben 4,5 lepri/100 ha a 2,5 lepri/100
  • Gallo cedrone (CH): Tra il 1990 e il 2017 è scomparso il 35% della popolazione svizzera di galli cedroni

  

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